lunedì 9 febbraio 2009

Lo spazio per il vincente

Scrivevamo, anzi disegnavamo, di come funzioni quando (apparentemente) di colpo questo governo si sveglia, spinto da media, sondaggi, isterico, e legifera.

Anzi, decreta.

Succede poi che l'estrema urgenza, costruita ad arte, e con sapienza tante volte provata, diventi non solo l'occasione di un piccolo, ennesimo, dono spedito con celerità e la solita deferenza dall'altra parte del Tevere, succede che diventa anche l'occasione di tirare via un altro pezzo di istituzioni a questo paese, o quantomeno di senso pubblico, collettivo, delle istituzioni. Mortificarlo.

Allora forse avrebbe bisogno di un altro braccio, quel diagramma di prima. Del braccio in cui, dopo avere, se necessario, ignorato i sondaggi - che a vomitare, fiancheggiati dal fuoco amico santo romano, sul povero pubblico, storie di una donna viva, vitale, che potrebbe avere figli (e già in tanti hanno sottolineato come l'unico modo non possa che essere lo stupro) i sondaggi cambiano, cambiano, e l'opinione pubblica si forma e deforma; del braccio, insomma, dove si prova a vedere se c'è uno spazio, una possibilità, nell'ondata emotiva, di scatenare ancora una volta lo scontro istituzionale, regolare qualche conto vecchio: affermare, questa volta, che la costituzione figlia della volontà di equilibrare i poteri, sconti invece la vicinanza ideologica dei costituenti, o di alcuni di loro, al mondo sovietico - strappare, dicevamo, un altro pezzo.


Non, probabilmente, per farci qualcosa subito, giusto per tenere fissa l'immagine nella mente collettiva, di questa costituzione con la falce e il martello, liberticida (se la libertà è l'arbitrio generalizzato del vincitore). Per formare nell'immaginario collettivo, lo spazio per farla a pezzi dopo, quella stanzetta, quel mattatoio mentale.

A vedere questi buchi nelle maglie del senso civico di un paese, ci vuole un talento che è come quello dei tennisti bravi, quelli che in due secondi vedono un spazio minimo per il colpo vincente, uno spostamento incerto dell'avversario troppo lontano da un certo angolo, e ci tirano forte e precisa la pallina.

1 commenti:

Sama ha detto...

Questo bravo tennista ha studiato l'avversario per conoscerne ogni debolezza e trovare i punti dove mirare bene. L'avversario però o si è annoiato o non ha capito la tattica dell'avversario; e ora subisce ace dopo ace

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