venerdì 31 ottobre 2008

Caiahiahiahiahi

CAI ritira l'offerta su Alitalia, dopo la firma dei confederati e la mancata firma, invece, dei piloti e delle hostess/steward, cioè fondamentalmente quelli che in Alitalia ci lavorano, che denunciano il cambiamento delle condizioni concordate in Settembre.

CAI fa un passo indietro da un affare che prevedeva di comprare la compagnia totalmente privata dai debiti (accollati interamente allo Stato) e a una cifra peraltro pari alla metà scarsa della valutazione effettuata da Banca Leonardo, che di fare la valutazione era stata incaricata.

Cos'altro, Colaninno, anche la solita fetta di culo?

Così prendono curiosamente quota anche le maldicenze secondo le quali CAI questi soldi non ce li ha mica, c'è la crisi, molto di quel (poco) denaro doveva arrivare dalle banche, addirittura secondo qualcuno c'era di mezzo Lehman - una garanzia - soprattutto per i 150 milioni che lo stesso Colaninno avrebbe dovuto versare. Molti starebbero facendo passi indietro, anche la Marcegaglia, tutta la meglio gioventù imprenditoriale di questo bel paese, insomma. L'idea peraltro, ad avere i soldi, non era male. Debiti allo Stato, attivo a pochi soldi a CAI. Dopo un po' magari vendere alla stessa AirFrance, ma a prezzo di mercato.

Quale migliore soluzione, a questo punto che il denaro manca, dicono sempre i soliti loschi maldicenti, che cambiare le carte in tavola facendo definitivamente infuriare i sindacati indipendenti (i più vicini alla base dei piloti/hostess e soprattutto quelli che alla base avrebbero più cose da dover giustificare) e poi dichiarare il ritiro con un sicuro capro espiatorio al quale addossare le colpe del fallimento?

Visto il fatto che il governo ci ha messo la faccia, le soluzioni possibili sono due: Fallimento, e in questo caso il sindacato deve essere assolutamente distrutto mediaticamente; ridurre ancora di più la cifra richiesta a CAI, sperando che possa starci. Invece che svendere agli amici e sostenitori politici la compagnia, regalarla.

Poi in realtà ci sarebbe anche la soluzione-sceneggiatura da film americano, Alitalia che continua a prendere pugni e sembrare sempre più vicina al tappeto - i cattivi che sembrano trionfare, ma improvvisamente grazie all'eroismo di un uomo, Silvio Berlusconi, che interviene di persona e salva tutto, il bene trionfa. Sapendo con chi abbiamo a che fare, non ci sentiremmo proprio di scartarla.

Siamo già peraltro da un pezzo in una fase politica nella quale hanno ceduto anche i più basilari freni inibitori, tipo il senso del pudore, per cui non resta che attendere.

Nota: in questo post a proposito dell'emendamento salva-manager improvvisamente comparso proprio nel decreto salva-Alitalia, e poi cassato per intervento di Tremonti, scrivevamo:

Non si sa ovviamente di chi fosse e come mai fosse lì senza che il ministro ne sapesse niente. Ma dobbiamo fidarci e immaginare questo mondo di favola in cui d'improvviso gli emendamenti spuntano come i funghi.
Questo per ora è scomparso.

Per ora.

Ovviamente è tornato! Scajola ha già risposto, dice che non è vero, l'opposizione insiste. La cosa si fa interessante. Tremonti non pervenuto.

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